STAMPA
Musica Jazz 16/01/2020
My Lotte. The Song Of Kurt Weill
Su queste colonne avevamo già parlato di Lara Puglia. E anche del suo
omaggio – minimalista quanto coraggioso e riuscito – al repertorio di Joni
Mitchell. Oggi la cantante emiliana, al terzo progetto discografico in studio,
si rivolge a un universo sonoro anfibio: quello del grande compositore tedesco
Kurt Weill. E lo fa attraverso un filtro tutto al femminile. Cioè dedicando, e
fin dal titolo, il nuovo album alla moglie del maestro, Lotte Lenya, colei ha
dato sostanza, anima e corpo a quelle canzoni. Del resto lo diceva lui stesso:
«Tutto ciò che scrivo è in funzione della voce di lei». Il mondo di Weill è
situato – sia dal punto di vista simbolico sia da quello artistico – al
crocevia tra colto e popolare, jazz e musica contemporanea, Europa e Stati
Uniti. E così, con la sensibilità ampiamente dimostrata in passato, la vocalist
di Carpi si mette al servizio di brani che fanno parte della nostra storia e
del nostro immaginario. E lo fa utilizzando a seconda dei pezzi e delle loro
atmosfere lingue diverse (tedesco, inglese, francese) e passando dalle ballads
(l’iniziale Speak Low, My Ship) al vocalese (la ripresa swingante di Alabama
Song), dal cabaret impegnato (La ballata della schiavitù sessuale, eseguita in
italiano) al teatro brechtiano declinato in chiave jazzata (Moritat On Mackie
Messer). «Cantare non è un semplice gesto di atletismo musicale ma ha a che
fare con la funzione comunicativa e col potenziale espressivo della voce.
Qualcosa che parte dalla respirazione e dal corpo, passando attraverso l᾿analisi del testo musicale», sostiene
Lara Puglia. E sceglie giustamente di lavorare in sottrazione e con economia di
mezzi (ad accompagnarla ci sono solo il pianista Luca Savazzi e il
contrabbassista Stefano Carrara e va bene così) e pensando ai testi come
cantante ma anche e soprattutto come attrice. Un progetto di qualità, tra
ragione e sentimento.
Franchi
Franchi
Strumenti&Musica.com 08/12/2019
My Lotte. The song of Kurt Weill - Lara Puglia
Nel segno di un’elogiabile
sobrietà interpretativa e di una raffinatezza comunicativa e armonica degna di
nota, ecco My Lotte – The Song Of Kurt Weill, caloroso tributo della cantante
jazz Lara Puglia a un’importante figura del Novecento come Kurt Julian Weill,
meglio conosciuto solo come Kurt Weill, musicista e compositore tedesco
naturalizzato statunitense. Seppur nella sua non lunghissima carriera, poiché
scomparso a soli 50 anni, Weill ha dimostrato di essere un artista assai
prolifico ed estremamente eclettico. Basti pensare alla sua sterminata
produzione che spazia da composizioni per teatro, cinema, musiche di scena e
radiofoniche, opere per orchestra e coro, musica da camera e moltissimo altro
ancora. La vocalist è accompagnata da due valenti partner come Luca Savazzi
(pianoforte) e Stefano Carrara (contrabbasso), che la affiancano in dieci brani
autografati dallo straordinario compositore di origine teutonica. In Speak Low
(Kurt Weill-Ogden Nash) la cantante interpreta il brano con levità e sagace
cura dell’emissione vocale e della dinamica, oltre a snocciolare uno scat
conciso ma assai efficace, locupletato da brevissimi cenni di falsetto,
sostenuta dal comping puntuale ed elegante architettato dalla coppia
Savazzi-Carrara. Youkali (Kurt Weill-Roger Fernay) è uno struggente
tango-habanera dall’intenso potere espressivo. Lara Puglia dà vita a un’interpretazione
causativa, adornata da un tangibile trasporto emotivo. L’ammiccante mood del
blues Alabama Song conquista già dopo un secondo. Qui la cantante si esprime
attraverso una fascinosa sensualità, velata teatralità e grande appeal
comunicativo, anche grazie a uno scat pregno di inebrianti blue notes.
Concepito in chiave modern jazz, My Lotte – The Song Of Kurt Weill è un album
pensato quasi come fosse un racconto, una vera e propria narrazione musicale,
molto personale e interessante, dedicata a Kurt Weill con sincero affetto e
autentico coinvolgimento emozionale.
Stefano Dentice
Blog Foolk 11/02/2016
Lara Puglia, Roberto Monti, Fabio
Casali - Heart and Mind - Joni Mitchell Project
Abile cantante e
performer, insegnante e vocal coach, attrice e produttrice teatrale, la
carpigiana Lara Puglia
propone la sua seconda uscita in CD, dal titolo “Heart and Mind - Joni Mitchell Project”. È un lavoro in dodici tracce in cui la cantante interpreta altrettanti brani di Joni
Mitchell con grande raffinatezza e adesione allo spirito di quelle canzoni. La scelta è caduta su
quelli pubblicati tra
la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli Ottanta del secolo scorso. Si
spazia da “Black Crow” e
“Amelia” (dall’album “Hejira”) a “River”, “All I want” e “A case of you” (da “Blue”), da “I
had a kin” (contenuto in “Joni Mitchell”) a “Shadows and light” (dall’album omonimo), da “Ethiopia” (in “Dog eat
dog”) a ”Help me” (da “Court and spark”), da a “Both sides now” (in “Clouds”) a “Goodbye pork
pie hat”, “The dry cleaner from Des Moines” e “God must be a boogie man”
(tratte da “Mingus”). «La poetica di Joni Mitchell affronta tematiche
universali come la libertà di
amare oltre l’idea di possesso, il diritto all’autonomia espressiva e
all’autodeterminazione, la possibilità di sperimentare», è quanto dichiarano le
note di copertina in quello che è un
vero e proprio atto d’amore nei confronti della grande cantautrice canadese,
che ha dato vita ad
atmosfere originali e sofisticate al confine tra canzone d’autore, jazz, folk e
blues. L’agile voce di
Lara è splendidamente accompagnata da due compagni di viaggio: Fabio Casali
alla chitarra
acustica e Roberto Monti, jazzista che da oltre trent’anni calca i palcoscenici
italiani, alla chitarra
elettrica. Le due corde lavorano alla pari con la vocalità elegante e sinuosa
di Lara con la quale
condividono, con effetti molto suggestivi, lo spazio sonoro. Il risultato
d’insieme è di grande impatto. A
corredo del CD è un booklet con i testi delle canzoni intervallate da scritti,
come idealmente
recitati tra una canzone e l’altra. Una delle storie qui raccontate riguarda il
grande Mingus; si fa
riferimento al rapporto tra i due e al desiderio espresso dal carismatico
compositore che Joni
cantasse un’opera da lui scritta. Quel progetto non vedrà la luce ma i due
artisti rimasero in contatto: Mingus
scrisse per lei sei canzoni di cui poi Joni scrisse i testi; tutti furono
approvati da Mingus, tranne “God must be a boogie
man”. Com’e noto, l’album della Mitchell dedicato a Mingus, uscito
dopo la sua morte, conteneva tutti i sei brani. Il progetto di Lara Puglia,
citato dalla stessa Joni Mitchell
sul suo sito web, nel 2015 ha concorso alla Targa Tenco per la sezione “Interpreti di
brani scritti da altri”. In definitiva, un disco convincente, molto ben
suonato, curato con il cuore e
con la mente.
Carla Visca
Carla Visca
Musica Jazz 10/07/2015
L’école de femmes
Chiudiamo con due omaggi sempre
in inglese. Il primo è reso a Joni Mitchell da “Heart And Mind” (Notami) della carpigiana Lara
Puglia , la cui voce è avvolta da due sole chitarre, pescando
e restituendo con estremo buon gusto gemme dal repertorio 1966-85 con
un’aderenza poetica e un pudore che non hanno mancato di colpire la stessa
artista canadese.
Alberto
Bazzurro
La Caduta 17/06/2015
Due donne dedite all’arte, due
musicalità complesse.
Heart and Mind è il nuovo album
di Lara Puglia , cantante che con la
sua vocalità intensa e le sue spiccate qualità espressive, coltivate grazie
alla scuola teatrale, si cimenta in un progetto ambizioso: far rivivere la
poesia dell'eclettica artista canadese Joni Mitchell. Le due donne hanno
sicuramente in comune una visione molto ampia della musica, intesa come parte
di un qualcosa di più grande chiamato arte. Dalla musica di Lara, infatti, si
percepisce il tentativo di intraprendere un percorso introspettivo che va oltre
immagini prestabilite: tutto è nuovo e la libertà espressiva è notevole. Ad
accompagnarla nel progetto troviamo due chitarre, quella jazz di Roberto Monti e quella classica di Fabio Casali . Questa formazione si raccoglie in
un’atmosfera intima e raccolta, perfetta per la continuità poetica con
l’artista che ha ispirato il progetto. In alcuni brani, inoltre, l’inserimento
del basso elettrico ci fa assaporare altri colori musicali e disegni armonici
che concretizzano con accordi aperti delle linee melodiche orecchiabili. A
tratti si strizza l’occhio al pop di ricerca e di qualità. Ma gli ingredienti
non finiscono qui: le composizioni, con la loro originalità, formano un
delicato sincretismo musicale mescolando spunti celtici, jazzistici, latini e
d’avanguardia. Una sorta di New Age musicale che va a mescolare vari gusti
musicali, facendoceli assaporare distintamente. Anche le sovraincisioni vocali
della stessa Lara evocano sempre un’idea di musica polifonica. Nulla è dato per
scontato, dalle armonie all’utilizzo della voce. Nel complesso l’album risulta
molto piacevole per chi è disposto a un ascolto ricercato e attento. Il rischio
però è quello di mettere alla prova un orecchio un po’ meno allenato, perchè
l’ascolto continuo di queste tredici tracce potrebbe risultare stancante. E’ il
rischio comune della scelta di inserire in un album molte contaminazioni.
D’altro canto Heart and Mind non sempre vanno d’accordo e il conflitto fa parte
della bellezza dei dilemmi più profondi: cuore o mente? Non sempre c’è una
risposta univoca e, forse, la soluzione sta proprio nella molteplicità, nella
ricchezza, nei viaggi fra tanti mondi, nella comunicazione tra le generazioni.
Eleonora Giurato
Musica Jazz
16/05/2015
Heart And Mind: The Joni Mitchell
Project
Rileggere il
repertorio di Joni Mitchell? Missione impossibile. In ogni caso, destinata a
sicuro insuccesso! Onore a Lara Puglia ,
quindi, e al suo coraggio ai limiti dell’incoscienza. Cimentandosi
nell’impresa, la cantante emiliana ha scelto di farlo con economia di mezzi,
lavorando in sottrazione, togliendo anziché aggiungere. In campo la sua voce,
due chitarre – Casali all’acustica e Monti all’elettrica, il cui timbro ricorda
quello di Pat Metheny all’epoca della collaborazione con la lady of the Canyon – e arrangiamenti in
elegante equilibrio tra canzone d’autore e improvvisazione. E in scaletta
tredici gioielli che spaziano nella carriera di Joni Mitchell, tra gli esordi
folk (I Head a King, del 1968) e i
fremiti jazz della maturità (tre brani sono tratti da “Mingus”, l’album
capolavoro inciso con il grande contrabbassista alla vigilia della sua morte).
Timbro caldo, Lara Puglia lavora su
ragione e sentimento – “cuore e mente” recita il titolo – e segue la lezione
della grande canadese senza mai imitarla, rischiando l’effetto karaoke. Si
spiega allora perché la stessa Mitchell abbia voluto segnalare questo pregevole
progetto sul suo sito personale.
Franchi
Italia in jazz
19/02/2015
Heart and Mind.
Joni Mitchell Project Lara Puglia-Roberto Monti-Fabio Casali Etichetta
discografica: NOTAMI Jazz Anno produzione: 2014
Con Heart and
Mind - Joni Mitchell Project, la cantante jazz Lara
Puglia intende rendere un affettuoso omaggio alla raffinata
cantautrice canadese Roberta Joan Anderson, in arte Joni Mitchell. L’autrice di
questo nuova creatura discografica si affida a due brillanti chitarristi: Roberto Monti e Fabio
Casali . Il cd contiene dodici brani composti dall’artista
nordamericana, eccetto Good bye Pork Pie Hat, The Dry Cleaner From Des Moines e
God must be a boogie man co-firmati con il leggendario Charles Mingus. River è
un brano in cui Lara Puglia mette in
risalto la sua grazia interpretativa unitamente a una vocalità ornata da
godibili sfumature bluesy. Monti sciorina un fraseggio sostanzialmente
distensivo e fluido, arricchito da un passionale suono ovattato. In All I want
Casali sviluppa un solo intelligentemente equlibrato, senza snocciolare note in
quantità industriale. Anche qui la cantante sfoggia un timbro ammiccante,
impreziosito da sopraffine dinamiche. In Good bye Pork Pie Hat l’emissione
vocale di Lara Puglia è precisa ed
elegante, mentre il solismo di Roberto Monti
è incardinato su un fascinoso e funzionale bluesy mood. Heart and Mind – Joni
Mitchell Project è un album che convince sin dal primo ascolto. Acume
interpretativo e raffinatezza melodica rappresentato il fulcro di questo ottimo
progetto discografico.
Stefano
Dentice
Commenti
Posta un commento